Il complesso monumentale di Rossilli, sito alle pendici della collina, si erge sull’antica via Latina, arteria di collegamento fra Roma e Capua.
Originariamente lo stabile nasce come punto di sosta per carovanieri e viaggiatori. In età repubblicana la villa diviene certamente di proprietà della famiglia Ordeoni, che ne detiene il possesso fino alla guerra civile.
Non ben definita è la proprietà di Rossilli durante il periodo imperiale e tardo imperiale. Suggestiva è l’ipotesi che vede proprietaria del fondo la gens Julia, in virtù della possibile derivazione del toponimo Rossilli da Rus Julii. Scarne ed insufficienti per una completa elencazione sono le fonti di epoca basso-medioevale.
Le prime notizie riguardanti un complesso abbaziale edificato in questo luogo, sono contenute in una bolla del Papa Lucio III, del 2 Dicembre 1182. Il monastero benedettino assume una posizione di grande importanza per tutto il comprensorio dell’alta valle del Sacco.
Verso la metà del XIII secolo, il complesso subisce un repentino declino dovuto alla diffusione sul territorio di altri ordini monastici. Tra il XV e il XVI secolo si ritiene che la proprietà del fondo passò ai monaci Basiliani di Grottaferrata.
Con il passare dei secoli molteplici sono i personaggi che orbitano attorno al complesso monumentale di Rossilli, dal Cardinale Giuseppe Borgia (XVII) al Cardinale Marcello Crescenzi (XVIII).
Le cronache dell’ottocento vedono l’abbazia di Rossilli comprata all’asta dalla famiglia Tomassi di Segni. L’attuale proprietà e della famiglia Recchia.
Sunto liberamente tratto dai testi:
"Le vicende di Gavignano dalle origini al secolo XX" e "Gavignano il suo territorio i suoi personaggi" di Ferdinando Micocci